7 risposte 7 – i risultati del test

7 risposte 7…

Ecco qui, dopo la pausa natalizia, i risultati del test che vi ho proposto (che, ricordo, è tratto dal libro“ Quaderno di esercizi di allenamento alla felicità” di Yves-Alexandre Thalmann ed. Vallardi).

Pronti?

1) Chi vince alla lotteria grandi cifre (diciamo oltre al milione di euro, tanto per dare un’idea di grandezza) diventa stabilmente felice.

Falso. Ce lo siamo sentiti ripetere molte volte, che il denaro non fa la felicità, eppure s C’è una spiegazione razionale alla base di tutto questo. Eppure è proprio vero, con la precisazione però, che devono essere comunque soddisfatti i bisobills-496229__340gni primari, dalla casa al cibo ecc.. Alcuni test hanno comunque verificato che dopo un anno dalla vincita si crea una sorta di assuefazione alla ricchezza, per cui i vantaggi di termini di felicità si annullano (ammetto: mi piacerebbe provare: mi offro volontaria per un eventuale test!).

2) La felicità è più una questione di serenità d’animo che di momenti di gioia.
Vero e Falso. Sono entrambi parti importanti della felicità.

3) Le persone religiose sono tendenzialmente più felici rispetto a persone non credenti.
Vero. La fede aiuta a essere felici.. Ci si sente meno soli nell’universo, appoggiati, sicuri. A patto, aggiungo io, che sia sincera, profonda e autenticamente spirituale. Non credo alla “fede” basata sul bigotto seguire regole imposte, sul sacrificio a tutti i costi, sull’appiattimento morale. Men che meno penso che essere integralisti e fondamentalisti (di qualsiasi credo) possa rendere felici. Insomma: fede, sì, religione… dipende, bieco conformismo: alla lunga no.

4) Il livello di felicità che possiamo raggiungere è geneticamente determinato (quindi, si nasce più o meno felici)
Udite udite: Vero (è interessante: mi ha incuriosito e ne parlerò approfondendo in un altro post). Ma è vero anche che si può lavorare, incrementandolo, sul nostro livello di felicità.

5) La bellezza rende felici.
Falso. E’ stato studiato che persone che si sono sottoposte a interventi di chirurgia estetica non necessariamente diventano più felici (anche qui: mi offro volontaria per un eventuale esperimento…). Secondo me, però, la domanda è stata posta in modo sbagliato, perchébeauty-1260975_640 se è vero che la bellezza fisica non rende necessariamente felici, è vero invece che la bellezza può renderci felici: pensiamo alla natura, a un tramonto, a un quadro, a una musica…cose che, personalmente, mi riappacificano con il mondo e con la vita nei momenti no.

6) Le persone sposate sono più felici dei single.
Vero. Chi vive una relazione soddisfacente ha più chance di essere felice rispetto a un siingle. Mia personale considerazione: dipende….. a volte vale veramente il detto meglio soli che male accompagnati…

7) Si può decidere di diventare più felici.
Vero. Assolutamente vero:  la nostra felicità, nonostante i limiti genetici di cui sopra e le avversità della vita dipende al 40% dai nostri sforzi. quindi, coraggio e avanti tutta!

Buon Natale!

Spero che sia per tutti un Natale sereno, fatto di quelle piccole tradizioni che magari ora ci stanno anche un po’ strette, ma in cui si nascondono ancora  piccoli gesti di calore e di tenerezza, che ci riportano un pochino indietro nel tempo.

Quando, da bambini, credevamo che Babbo Natale (o Gesù Bambino, o Santa Lucia o chi per esso) esistesse davvero e che potesse davvero esaudire i nostri desideri

Per scoprire, magari, che ora non si tratta più di “giocattoli”, ma, prima di tutto, di stare bene con noi stessi, di poter stare con le persone che amiamo, in un mondo migliore.

Auguri a tutti di Buon Natale!

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7 domande 7 sulla felicità

Domanda da un milione di dollari: che cosa ci rende felici?

Nella mia ricerca sul senso della felicità, mi sono imbattuta in un piccolo libro dove ho trovato qualche spunto interessante, anche se non esaustivo (del resto ciò è impossibile!).

Il libro si intitola “Quaderno di esercizi di allenamento alla felicità” di Yves-Alexandre Thalmann ed. Vallardi. Non credo che svolgere gli esercizi proposti dal libro renda automaticamente  felici, di sicuro conduce a riflettere sul concetto di felicità, diverso da ciò che a volte pensiamo. E soprattutto, ciò che mi piace è che spinge all’azione.

Possiamo  avere, infatti,  le idee perfettamente chiare su ciò che ci può rendere felici, migliorare il nostro benessere, farci stare bene… ma se al pensiero non corrisponde anche l’azione è del tutto inutile. Ben venga dunque l’approccio molto pratico di questo libro.

Mi ha incuriosito un test proposto dall’autore. Mi sembra un buon inizio anche per questo blog, visto che serve a testare le conoscenze che si hanno in generale sulla felicità. Con risultati a
volte sorprendenti.

Vi propongo quindi le domaquestion-mark-358177__340nde, sono più che altro affermazioni, a cui rispondere “vero” o “falso”. Leggete, rispondete e tenete nota, se volete scrivete le vostre risposte nei commenti. Nei prossimi giorni analizzeremo insieme le risposte …. e riporterò non solo lerisposte dell’autore, ma anche le mie personali considerazioni.

 

Ecco le domande/affermazioni:. E dunque: vero o falso?
1) Chi vince alla lotteria grandi cifre (diciamo oltre al milione di euro, tanto per dare un’idea di grandezza) diventa stabilmente felice.
2)  La felicità è più una questione di serenità d’animo che di momenti di gioia.
3)  Le persone religiose sono tendenzialmente più felici rispetto a persone non credenti.
4)  Il livello di felicità che possiamo raggiungere è geneticamente determinato (quindi, si nasce più o meno felici)
5) La bellezza rende felici.
6) Le persone sposate sono più felici dei single.
7) Si può decidere di diventare più felici.

Le risposte nei prossimi giorni!

Per Aleppo

La felicità è prima di tutto agire.

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Afelicità.
Di fronte alle immagini che arrivano oggi da Aleppo è veramente difficile parlare di felicità.
Impossibile.
Mi viene in mente, oggi, il simbolo del Tao: ombra e luce che si abbracciano, e nel bianco c’è il seme del nero e nel nero il seme del bianco. Questo per dire che è comunque importante la ricerca della felicità, anche nei momenti più neri.

Non esisterebbe la felicità se non ci fosse anche il suo opposto: ma quanto è difficile.

E felicità è anche pace.
Cercare la propria pace (profonda, vera, autentica) non è più un optional: è un dovere.
Perché la pace è contagiosa tanto quanto la guerra e molto, molto, molto più auspicabile.

Perché anche i bambini di Aleppo hanno diritto alla propria felicità, e quello che possiamo fare, ognuno di noi, è, per quanto possiamo, cercare di costruirla, passo dopo passo, giorno dopo giorno.

Sento il peso, oggi, dell’impotenza.
Possibile che non possiamo fare niente? Che dobbiamo restare ancora una volta fermi ad aspettare che i potenti del mondo smettano di giocare a Risiko con le vite di anziani, uomini, donne e bambini?

Quando smetteremo di pensare che possiamo vincere solo se gli altri perdono e vengono sconfitti, sterminati, distrutti?