La felicità è prima di tutto agire.
Afelicità.
Di fronte alle immagini che arrivano oggi da Aleppo è veramente difficile parlare di felicità.
Impossibile.
Mi viene in mente, oggi, il simbolo del Tao: ombra e luce che si abbracciano, e nel bianco c’è il seme del nero e nel nero il seme del bianco. Questo per dire che è comunque importante la ricerca della felicità, anche nei momenti più neri.
Non esisterebbe la felicità se non ci fosse anche il suo opposto: ma quanto è difficile.
E felicità è anche pace.
Cercare la propria pace (profonda, vera, autentica) non è più un optional: è un dovere.
Perché la pace è contagiosa tanto quanto la guerra e molto, molto, molto più auspicabile.
Perché anche i bambini di Aleppo hanno diritto alla propria felicità, e quello che possiamo fare, ognuno di noi, è, per quanto possiamo, cercare di costruirla, passo dopo passo, giorno dopo giorno.
Sento il peso, oggi, dell’impotenza.
Possibile che non possiamo fare niente? Che dobbiamo restare ancora una volta fermi ad aspettare che i potenti del mondo smettano di giocare a Risiko con le vite di anziani, uomini, donne e bambini?
Quando smetteremo di pensare che possiamo vincere solo se gli altri perdono e vengono sconfitti, sterminati, distrutti?
Contano solo i soldi….niente di più….X farsi accettare rifiuti tossici, lo Stato in Africa, regala armi….mettiti pure l’anima….in pace….gluca
Ogni giorno seguo le notizie che giungono da Aleppo,voglio sperare che ci sia ancora speranza per una pace possibile prima di Natale senz’altro sarebbe il più bello dei regali.
Tanti auguri a te.