Buon Natale!

Spero che sia per tutti un Natale sereno, fatto di quelle piccole tradizioni che magari ora ci stanno anche un po’ strette, ma in cui si nascondono ancora  piccoli gesti di calore e di tenerezza, che ci riportano un pochino indietro nel tempo.

Quando, da bambini, credevamo che Babbo Natale (o Gesù Bambino, o Santa Lucia o chi per esso) esistesse davvero e che potesse davvero esaudire i nostri desideri

Per scoprire, magari, che ora non si tratta più di “giocattoli”, ma, prima di tutto, di stare bene con noi stessi, di poter stare con le persone che amiamo, in un mondo migliore.

Auguri a tutti di Buon Natale!

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7 domande 7 sulla felicità

Domanda da un milione di dollari: che cosa ci rende felici?

Nella mia ricerca sul senso della felicità, mi sono imbattuta in un piccolo libro dove ho trovato qualche spunto interessante, anche se non esaustivo (del resto ciò è impossibile!).

Il libro si intitola “Quaderno di esercizi di allenamento alla felicità” di Yves-Alexandre Thalmann ed. Vallardi. Non credo che svolgere gli esercizi proposti dal libro renda automaticamente  felici, di sicuro conduce a riflettere sul concetto di felicità, diverso da ciò che a volte pensiamo. E soprattutto, ciò che mi piace è che spinge all’azione.

Possiamo  avere, infatti,  le idee perfettamente chiare su ciò che ci può rendere felici, migliorare il nostro benessere, farci stare bene… ma se al pensiero non corrisponde anche l’azione è del tutto inutile. Ben venga dunque l’approccio molto pratico di questo libro.

Mi ha incuriosito un test proposto dall’autore. Mi sembra un buon inizio anche per questo blog, visto che serve a testare le conoscenze che si hanno in generale sulla felicità. Con risultati a
volte sorprendenti.

Vi propongo quindi le domaquestion-mark-358177__340nde, sono più che altro affermazioni, a cui rispondere “vero” o “falso”. Leggete, rispondete e tenete nota, se volete scrivete le vostre risposte nei commenti. Nei prossimi giorni analizzeremo insieme le risposte …. e riporterò non solo lerisposte dell’autore, ma anche le mie personali considerazioni.

 

Ecco le domande/affermazioni:. E dunque: vero o falso?
1) Chi vince alla lotteria grandi cifre (diciamo oltre al milione di euro, tanto per dare un’idea di grandezza) diventa stabilmente felice.
2)  La felicità è più una questione di serenità d’animo che di momenti di gioia.
3)  Le persone religiose sono tendenzialmente più felici rispetto a persone non credenti.
4)  Il livello di felicità che possiamo raggiungere è geneticamente determinato (quindi, si nasce più o meno felici)
5) La bellezza rende felici.
6) Le persone sposate sono più felici dei single.
7) Si può decidere di diventare più felici.

Le risposte nei prossimi giorni!

Per Aleppo

La felicità è prima di tutto agire.

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Afelicità.
Di fronte alle immagini che arrivano oggi da Aleppo è veramente difficile parlare di felicità.
Impossibile.
Mi viene in mente, oggi, il simbolo del Tao: ombra e luce che si abbracciano, e nel bianco c’è il seme del nero e nel nero il seme del bianco. Questo per dire che è comunque importante la ricerca della felicità, anche nei momenti più neri.

Non esisterebbe la felicità se non ci fosse anche il suo opposto: ma quanto è difficile.

E felicità è anche pace.
Cercare la propria pace (profonda, vera, autentica) non è più un optional: è un dovere.
Perché la pace è contagiosa tanto quanto la guerra e molto, molto, molto più auspicabile.

Perché anche i bambini di Aleppo hanno diritto alla propria felicità, e quello che possiamo fare, ognuno di noi, è, per quanto possiamo, cercare di costruirla, passo dopo passo, giorno dopo giorno.

Sento il peso, oggi, dell’impotenza.
Possibile che non possiamo fare niente? Che dobbiamo restare ancora una volta fermi ad aspettare che i potenti del mondo smettano di giocare a Risiko con le vite di anziani, uomini, donne e bambini?

Quando smetteremo di pensare che possiamo vincere solo se gli altri perdono e vengono sconfitti, sterminati, distrutti?

Trilussa – Felicità

…la felicità? è una piccola cosa…. siamo abituati a pensare che la felicità sia legata a qualcosa di immensamente grande, ma anche nei piccoli gesti quotidiani si nasconde: basta cercarla. Ne siamo capaci?

 

C’è un’ape che se posa

su un bottone de rosa:

  lo succhia e se ne va… 

Tutto sommato, la felicità 
è una piccola cosa

 

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(Trilussa)

Epicuro: Lettera sulla Felicità

Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell’animo nostro. (Epicuro)

 

Non mi tiro indietro.

Unknown

E parto dagli albori del tempo, in questa ricerca della felicità.

Per quanto un po’ ostica, questa lettera di Epicuro è, per certi versi, anche molto moderna.

Epicuro è un filosofo greco, vissuto tra il 342 e il 270 a.c. Morto a 72 anni, pare che le sue ultime parole, rivolte agli amici, siano state: “Siate felici e memori del mio pensiero”.

Prima di continuare, chiedo scusa in anticipo ai filosofi e fini pensatori: io tendo ed essere un po’ naif, per certi versi, e tendo a leggere le cose in base alle mie esperienze, alle mie emozioni: perdonatemi dunque se qualcosa mi sfugge o viene interpretata male (vale per Epicuro, ma anche per tutto il blog)!

Veniamo dunque a questa Lettera sulla felicità”.

Chi sostiene che non è ancora giunto il momento di dedicarsi alla conoscenza di essa, o che ormai è troppo tardi, è come se andasse dicendo che non è ancora il momento di essere felice, o che ormai è passata l’età. Ecco che da giovani come da vecchi è giusto che noi ci dedichiamo a conoscere la felicità. Per sentirci sempre giovani quando saremo avanti con gli anni in virtù del grato ricordo della felicità avuta in passato, e da giovani, irrobustiti in essa, per prepararci a non temere l’avvenire”.

Dice Epicuro, per poi spiegare come vivere una vita felice.

Alcune cose mi hanno colpito in particolare.

  1. Per essere felici occorre considerare l’essenza del divino come stato eternamente congiunto alla felicità;
  2. Non bisogna aver paura della morte (forse uno degli ostacoli più profondi per la ricerca della felicità): la morte, per Epicuro, non significa nulla e temerla vuol dire vivere nella perenne ansia dell’attesa di qualcosa che, quando verrà, non significherà più nulla per noi: “Quando noi viviamo la morte non c’è, quando c’è lei non ci siamo noi”.
  3. Non conta la quantità, ma la qualità della vita.
  4. Tendiamo a cercare sempre il piacere e a sfuggire il dolore, eppure non è sempre vero che il piacere ci rende felici o che il male sia sempre nocivo.
  5.  “Una ferma conoscenza dei desideri fa ricondurre ogni scelta o rifiuto al benessere del corpo e alla perfetta serenità dell’animo, perché questo è il compito della vita felice, a questo noi indirizziamo ogni nostra azione, al fine di allontanarci dalla sofferenza e dall’ansia”.
  6.  Bisogna saper godere di ciò che si ha.
  7.  E smettere di credere che sia il fato a governare la nostra vita: è il libero arbitrio che ci rende liberi!

Chi suscita più ammirazione di colui che ha un’opinione corretta e reverente riguardo agli dei, nessun timore della morte, chiara coscienza del senso della natura, che tutti i beni che realmente servono sono facilmente procacciabili, che i mali se affliggono duramente affliggono perpoco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare?”

Sono consigli ancora validi, anche, e forse ancor di più nella nostra epoca moderna, caotica, effimera: un invito a ritrovare l’essenza della felicità e, con essa, il senso della vita.

 

Benvenuti!

Benvenuti in questo nuovo (e mio primo) blog, dedicato alla felicità.

Lo so: felicità è un termine scomodo. E’ sconveniente essere felici e, a volte, francamente impossibile, forse persino ingiusto. Sì, a volte, se si è felici,  ci si sente persino un po’ in colpa, di fronte a tutte le catastrofi del mondo… (ma, vedremo, c’è felicità e felicità).

Eppure sono sempre stata attirata da questo tema.

Quando ero una bambina, le suore dell’asilo mi insegnavano che la felicità non esiste: al massimo, dicevano, si può aspirare a una quieta, triste, serenità. Bene, sono stata sgridata: perché io proprio non ci volevo, non ci potevo, credere. E da quel momento,  mi sono sempre chiesta che cosa sia la felicità e, soprattutto, se sia veramente possibile essere felici.

In fondo, è un obiettivo che ho sempre avuto, e che credo appartenga un po’ a tutti.

Eppure crescendo, da adolescente,  ritenevo che essere  (teatralmente) infelice fosse drammaticamente molto più interessante che essere (banalmente) felice: la felicità raramente fa notizia. insomma, per natura e per educazione ho -o dovrei avere- un’anima tristarella.

E da grande, le preoccupazioni, le grane, le bollette, un lavoro grigio… c’è poco da essere felici!

Ma proprio per questo, proprio in questi momenti di crisi, proprio perché  la felicità non è per niente scontata, proprio per questo, la felicità è una sfida! E come tale la lancio; a me stessa prima di tutto, e anche a voi che siete capitati su questa pagina.

Per questo intraprendo questo viaggio, curiosando dentro me stessa, ma anche tra libri, film, siti, viaggiando nel tempo, ascoltando le conversazioni in metropolitana, le chiacchiere degli amici, le esperienze e tutto quanto è, o non è, felicità.

Senza cadere in trappole new age, ma con onestà, curiosità, attenzione, e rispetto.

E spero con anche il vostro apporto: raccontatemi la vostra esperienza, ne parleremo insieme!

Lancio la mia sfida, dunque,e parto alla ricerca del senso della felicità.