2018

Buon Anno!

Ho aspettato un po’, per gli auguri.
Ho atteso, un po’ perfidamente forse, il momento di passare dai buoni propositi all’azione.
Nel frattempo, del resto, eravamo in “buona” compagnia. Dappertutto sono infatti fioriti articoli su questi (benedetti) buoni propostiti: come farli, come non farli, è utile farli, è assolutamente inutile, vi cambieranno la vita, no, anzi, sono destinati a fallire in ogni caso. Come spesso accade, si trova il tutto e il contrario di tutto, e in ogni posizione c’è pure del vero.

Come siete messi con i vostri buoni propositi per l’anno nuovo (legittimi e anche auspicabili)?

E’ facile ritrovarsi persi nelle vecchie abitudini, vero?

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Mi sono sempre piaciuti i quaderni bianchi.
Mi eccita l’idea di scriverci parole nuove, in bella calligrafia,
Un mondo nuovo e nuovi percorsi.
Mi immagino di riempirlo di disegni colorati, e fotografie da incollare.

E mi irrita la prima cancellatura, il primo sgorbio mi demoralizza. Tutto diventa presto “normale”, perde l’odore di nuovo per assumere quello della consuetudine.

E’ un po’ così anche l’anno nuovo.

Per questo vi auguro un quaderno nuovo, e una pagina nuova per ogni giorno di quest’anno.  E vi auguro il coraggio di scrivere parole nuove.

Sì, vi auguro coraggio.
Il coraggio, magari, di buttare all’aria i buoni propositi che avete fatto per l’anno nuovo, per seguirne anche soltanto uno, quello che vi emoziona, che vi fa battere il cuore.
Il coraggio di essere la goccia che fa traboccare il vaso, se vi permette di uscire dai vostri confini.
Coraggio di desiderare.
Coraggio di sognare, di sperare, di non mollare, di essere tenaci e flessibili.
Coraggio di sbagliare, per poi ricominciare.
Coraggio di avere paura, per poterla superare.
Coraggio di arrabbiarsi, per poi cambiare. Il coraggio di urlare al vento, il coraggio di amare. Il coraggio di lasciar andare,

Coraggio di dire di sì,  di dire di no, e di cambiare idea se lo si desidera.
Coraggio di viaggiare, per non fermarsi mai
Coraggio di stupirsi, di essere grati, di sapersi commuovere.
Coraggio di essere gentili

Coraggio di accettare di essere, talvolta, anche infelici. Trovando anche nei momenti di buio  il seme per costruire

il coraggio di essere felici

 

Buon (coraggioso) 2018!

Elena

Natale e felicità.

Non sempre Natale coincide con felicità.

Nel  mio caso, mi sono accorta che capita quando c’è qualcosa che stride con l’immagine di ciò che vorrei trovare a Natale. E’ così un po’ per tutti. Ci aspettiamo un momento di serenità (e ci ritroviamo  invece a navigare in un mare di guai); vorremmo affetto e condivisioni  (e invece si acuisce magari il senso di solitudine)… ed ecco che tutto lo spirito natalizio si disintegra in un nanosecondo.

Come sopravvivere al Natale, in questo caso?

Fermandosi. Respirando, Godendo pienamente attimo per attimo ciò che di buono questa giornata ci dona. E se proprio proprio ciò non è possibile, cerchiamo di ritagliarci in questo periodo un giorno, o anche solo qualche ora, non necessariamente a Natale, da dedicare a noi stessi.  Veramente a noi stessi.

Per ritrovare la nostra pace

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Tempo per noi, per poterci fermarci un attimo: il mio augurio per un Buon Natale!

 

 

Cercare o smettere di cercare?

Mi scrive una lettrice (che ringrazio per avermi contattato: e sì, è un invito a scrivermi i vostri pareri e le vostre impressioni!) contestandomi l’idea che la felicità vada cercata: per lei la felicità è qualcosa che arriva, specialmente quando non la si aspetta.  Non dipende da noi. Quindi, paradossalmente, meno la cerchiamo e più felicità arriva.

Vero. E falso allo stesso tempo.

E’ vero che accanirsi non porta la felicità, anzi, se diventa un’ossessione l’idea di essere felici porta all’esatto opposto, come tutte le volte che ci attacchiamo troppo a un’idea rischiamo di perderne di vista la sua stessa essenza. Del resto persino Buddha ci ricorda che non esiste una vita priva di sofferenze…e se lo dice lui…

Però possiamo scegliere, almeno nella maggior parte dei casi, sicuramente quando dipende da noi, quanto meno di non essere infelici: e non è poco.

Per tornare al viaggio: diciamo che  il viaggio alla ricerca della felicità non può essere…  una crociera, che per quanto bellissima, se vista come ricerca continua e ossessiva del divertimento, alla lunga stancherebbe e forse annoierebbe persino.

Piuttosto,  la ricerca della felicità è come una passeggiata in montagna: sentieri nel bosco che rasserenano, radure in cui correre a perdifiato, erba da annusare, fiumi da attraversare, sassi e fiori… Discese, ma anche salite, scivolate, ostacoli. Si cade e ci si rialza. Ci si stanca e a volte si riposa (e si mangia cioccolato per ritemprarsi!) … per arrivare alla fine e sentirsi in cima al mondo, circondati dal cielo!

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Eh, sì.

La felicità è quel senso (intimo e infinito) di far parte del tutto.

Parentesi (sono stata assente per un po’…)

Sì, sono stata assente per qualche mese, ed è stato un periodo importante.

Ho iniziato (ed ora concluso) un lungo tirocinio che mi ha portato, finalmente, a conquistare il diploma di counselor.

E’ stato un percorso che mi ha confermato che ciò che conta al mondo siamo noi, ognuno di noi! Tutti portiamo dentro un universo sconfinato e meraviglioso di emozioni, di turbamenti, di energia; tutti possediamo  un carico prezioso di risorse e di potenzialità che ci permetterebbero davvero di vivere una vita … felice, qualsiasi significato ognuno di noi dia a questa parola. Non sprechiamo tutto ciò, spolveriamo  ogni tanto la nostra vera identità, prendendocene cura, scoprendola, portandola alla luce, senza più tradirla.

Sono grata a ciascuna delle persone che ho incontrato, Ed ora sono pronta a riprendere con voi questo (in definitiva mai interrotto) viaggio alla ricerca della felicità.

Ma …vi siete mai chiesti che cosa sia, per voi, la felicità?

Non smettiamo mai di cercare la felicità

 

Un bellissimo filmato di Benigni sulla felicità (tratto dai suoi “dieci comandamenti”)

Non dobbiamo mai smettere di cercare la felicità, anche quando sembra impossibile. Mai. La vita va avanti e non si capisce come faccia: è un mistero, è molto di più di quello che possiamo capire noi, per questo resiste, altrimenti sarebbe finita da tempo. E noi lo sentiamo, lo capiamo, che da un momento all’altro potrebbe accaderci qualcosa di…

………..infinito………..

Inchiniamoci, dunque, a questo mistero, inchiniamoci alla vita.

Guardate questo video, vi prenderà solo pochi minuti: è emozione allo stato puro. Grazie, Roberto, irruento e vitale, come sempre, poeta contemporaneo e filosofo di vita.

Benigni conclude con una bellissima poesia di W. Whitman:

“Respirare l’aria, che delizia!
Parlare, passeggiare, afferrare qualcosa con la mano!
Essere questo incredibile Dio che io sono!
O meraviglia delle cose, anche delle più piccole particelle!
O spiritualità delle cose!
Io canto il sole all’alba e nel meriggio, o come ora nel tramonto:
tremo commosso della saggezza e della bellezza della terra
e di tutte le cose che crescono sulla terra.
E credo che una foglia d’erba non sia meno di un giorno di lavoro delle stelle.
E dico che la Natura è eterna, la gloria è eterna.
Lodo con voce inebriata
perché non vedo un’imperfezione nell’universo,
non vedo una causa o un risultato che, alla fine, sia male.”

 

Benvenuti!

Benvenuti in questo nuovo (e mio primo) blog, dedicato alla felicità.

Lo so: felicità è un termine scomodo. E’ sconveniente essere felici e, a volte, francamente impossibile, forse persino ingiusto. Sì, a volte, se si è felici,  ci si sente persino un po’ in colpa, di fronte a tutte le catastrofi del mondo… (ma, vedremo, c’è felicità e felicità).

Eppure sono sempre stata attirata da questo tema.

Quando ero una bambina, le suore dell’asilo mi insegnavano che la felicità non esiste: al massimo, dicevano, si può aspirare a una quieta, triste, serenità. Bene, sono stata sgridata: perché io proprio non ci volevo, non ci potevo, credere. E da quel momento,  mi sono sempre chiesta che cosa sia la felicità e, soprattutto, se sia veramente possibile essere felici.

In fondo, è un obiettivo che ho sempre avuto, e che credo appartenga un po’ a tutti.

Eppure crescendo, da adolescente,  ritenevo che essere  (teatralmente) infelice fosse drammaticamente molto più interessante che essere (banalmente) felice: la felicità raramente fa notizia. insomma, per natura e per educazione ho -o dovrei avere- un’anima tristarella.

E da grande, le preoccupazioni, le grane, le bollette, un lavoro grigio… c’è poco da essere felici!

Ma proprio per questo, proprio in questi momenti di crisi, proprio perché  la felicità non è per niente scontata, proprio per questo, la felicità è una sfida! E come tale la lancio; a me stessa prima di tutto, e anche a voi che siete capitati su questa pagina.

Per questo intraprendo questo viaggio, curiosando dentro me stessa, ma anche tra libri, film, siti, viaggiando nel tempo, ascoltando le conversazioni in metropolitana, le chiacchiere degli amici, le esperienze e tutto quanto è, o non è, felicità.

Senza cadere in trappole new age, ma con onestà, curiosità, attenzione, e rispetto.

E spero con anche il vostro apporto: raccontatemi la vostra esperienza, ne parleremo insieme!

Lancio la mia sfida, dunque,e parto alla ricerca del senso della felicità.