Lo ammetto.
Questo è un articolo scritto di getto, in un momento in cui mi sento arrabbiata, delusa, amareggiata … e oltre. Ma proprio di brutto.
Il peggio è passato, ovviamente, perché solo 15 minuti fa non sarei stata capace di fare nient’altro che piangere di rabbia, prendermela con il mondo intero, se non forse rompere qualcosa (per fortuna in casa è ancora tutto intero).
Perché scrivo allora?
Non importa che cosa sia successo. Importa come lo sto gestendo, e voglio farlo “in diretta”, con voi, perché è facile parlare di calma e di felicità quando gli uccellini cinguettano, il cielo è un tripudio di azzurro e rosa ecc. ecc. ecc.
Molto meno quando sei nel bel mezzo di una crisi. Molto, molto meno bene. Anzi, in quei momenti se qualcuno ti si avvicina pieno di buone intenzioni:
“Dai, calmati, su, non è niente” … “Prova la mindfulness, la meditazione, respira” …. “Non ci pensare, dai”…..
probabilmente la prima reazione non è molto benevola….
E quindi mi piace l’idea di analizzare con voi la gestione, non sempre brillante, vi avviso, di una crisi. Che cosa ho fatto e come ho reagito. Attenzione (spoiler) alcune parti sono davvero poco illuminate.
Ecco dunque.
Accade il fattaccio: leggo una mail che prima mi disorienta, poi mi fa proprio arrabbiare.
Prima reazione. Chiudo di brutto il pc (per fortuna resisto alla tentazione di scagliarlo lontano). Ripenso alla mail, mi illudo di aver letto male, riapro il pc, ma niente da fare. Avevo capito perfettamente. Rabbia, rabbia, rabbia nera.
Seconda reazione: sfogo con la malcapitata amica di turno, che ovviamente, non capisce tutta la portata del fattaccio. Poverina cerca di consolarmi, ma, ovviamente, NON MI CAPISCE: tutto il mondo ce l’ha con me!!?? (nota bene: grazie amica carissima per essermi stata vicina).
Terza reazione: piango.
Quarta reazione: apro la scatola dei biscotti.
E qui per fortuna inizio a ragionare. Il mio senso dell’humor mi viene in aiuto: “Ma che, devo ingrassare perché uno str…. mi ha messo di cattivo umore? Eh no!”
Ok, sono arrabbiata. E ci sta tutta, il fatto che è successo è piuttosto grave. Inutile far finta di niente. Sono proprio arrabbiata.
Dove mi sento arrabbiata? In tutto il corpo, soprattutto nel torace, nelle braccia, nel respiro che si è fatto corto e veloce. Nei muscoli che sento tesi come corde di violino. Provo a respirare più a fondo, cercando di sentire l’aria che entra nei muscoli e li rilassa. Per quanto posso. Scuoto un po’ il mio corpo, respirando sonoramente, sbuffando, pestando i piedi, scrollando dalle braccia, come se fossi sotto la doccia, la negatività che mi ha assalito. Per quanto posso, come posso.
Va già un po’ meglio, ma la testa è sempre lì su quella mail.
Invece di mangiare biscotti, mi preparo una brocca di acqua detox., di cui poco prima avevo letto la ricetta. Cercando di immergermi in quello che sto facendo. Taglio i limoni e ne assaggio l’asprezza, che si intona al mio umore. Osservo con piacere il rosso delle fragole, colore che si adatta alla mia rabbia, ma ne apprezzo anche la dolcezza, che è ciò di cui ho proprio bisogno ora, la assaporo piano. Odoro la menta, che mi ricorda il posto al mondo che amo di più, il luogo in cui sono sempre in pace con me stessa.
E poi mi concedo qualche movimento più morbido, qualche respiro più profondo.
Va già meglio.
La rabbia? c’è sempre, ed è giusto così, perché quello che è successo è piuttosto grave. Però è cambiato, almeno in parte, il mio stato d’animo che ora è concentrato su altri aspetti.
Che cosa mi ha fatto arrabbiare così tanto, oltre al fatto in se?
Che cosa posso fare, ora, per migliorare la situazione?
La rabbia, da frustrazione, da emozione in sé si è trasformata in reazione. Ora sono più concentrata, paradossalmente più lucida su quello che devo fare ora, su quelli che dovranno essere i miei passi successivi.In fondo, non esistono emozioni negative. Esistono piuttosto emozioni funzionali, che ci avvertono di un pericolo, della necessità di un cambiamento, di un allontanamento dal nostro focus interiore. La rabbia, di per sé, non è negativa. In questo caso, mi ha fatto capire quanto sono arrivata al limite in una determinata situazione, che cosa posso fare uscirne, come resistere fino a quando non potrò allontanarmene in sicurezza, in coerenza con i miei valori.
La rabbia può diventare uno stimolo a reagire, ad andare avanti, a cambiare direzione.
L’importanza delle emozioni è proprio quella di essere un avvertimento. Che sta a noi raccogliere, nel modo migliore per noi.
Accogliamo le emozioni, benvengano. So che molti di noi, da piccoli, sopratutto le bambine, siamo stati cresciuti a suon di “i bravi bambini/le brave bambine non si arrabbiano”. Ma è sbagliato negare la propria rabbia. Bisogna ascoltarla, invece, farla propria, sfogarla (in modo sano, mi raccomando!) per poi, una volta accettata, trasformarla in reazione propositiva. E ‘ un segnale importante. “Gestire” la rabbia non vuol dire soffocarla. Vuol dire renderla strumento di crescita, di evoluzione,
Non è facile, forse nemmeno istintivo, tutto ciò richiede consapevolezza e pratica.
Ma si può fare!
E a grande richiesta la ricetta dell’acqua detox (d’ora in poi, per gli amici: acqua antisterica)
Tagliamo un limone non trattato a fettine con gesti calmi e precisi, lasciando che il giallo ci riporti alla nostro centro vitale, al momento presente. Il giallo è il colore del terzo chakra, della nostra forza. L’asprezza del limone ci appartiene, in questo istante, ma, anche, ci rinvigorisce.
Prendiamo ora 5/6 fragole mature, Osserviamo il colore rosso acceso, che ben si abbina alla nostra rabbia, lasciando però emergere altre sensazioni legate al colore, al profumo, alla consistenza del frutto. Lasciamoci avvolgere dalla sua dolcezza.
Infine raccogliamo alcune foglioline di menta e respirariamo il suo profumo pungente, rinvigorente, tonificante e rilassante allo stesso tempo. Che sensazioni ci riporta alla mente?
Infine immergiamo tutto in un litro di acqua fresca, lasciamo macerare per qualche ora e sorseggiamo piacevolmente nel corso della giornata.
Se ne lasciamo un bicchiere vicino a noi, ci arriverà un leggero profumo di menta, fragola e limone, a ricordarci che anche stavolta ce l’abbiamo fatta!
E voi? come avete fronteggiato un momento di rabbia? Raccontatelo nei commenti e, se vi siete ritrovate, condividete l’articolo!
Vi aspetto con gioia,
Elena