“Mi hanno rubato il futuro”
E’ una frase che si sente molto, in questi giorni.
A maggior ragione ora che una nuova ondata di contagi allontana ancora la speranza di una prossima fine di questa (malefica!) pandemia.
Sono giorni in cui i sogni nel cassetto, i progetti, gli obiettivi che avevamo sembrano aver perso la propria consistenza, in giornate “fotocopia” che si succedono da ormai più di un anno.
E’ una sensazione che non ci fa stare bene, può creare ansia e stress (non a caso l’uso di ansiolitici è parecchio aumentato nell’ultimo anno ). Spesso ci si sente svuotati, privi di energia.
Sembra quasi di vivere in un mondo parallelo che non ci appartiene e da cui non possiamo fare altro che osservare la nostra “vera” vita allontanarsi…
E voi, come state vivendo questa (ennesima) ondata di chiusure e contagi?
Provate un senso di oppressione, con poca voglia di reagire?
Oppure di impotenza, inadeguatezza, inutilità?
Provate stanchezza, irritabilità, noia, cattivo umore?
A che livello è la vostra gioia di vivere, di leggerezza, di ridere?
E le vostre relazioni, i rapporti sociali?
Che rapporto avete con il vostro corpo? Mangiate troppo o troppo poco, fate movimento fisico?
A solo leggere questa lista sento l’energia calare a picco… eppure sono stati d’animo che prima o poi quasi tutti abbiamo provato in questo periodo.
ma…
Fermi tutti!
C’è una buona notizia.
Uscirne si può!
Come?
Adottando nuovi approcci, nuovi punti di vista.
Riconsiderare il presente, il passato e il futuro.
Non più concetti statici e prestabiliti, ma stati fluidi, impermanenti, da comporre e scomporre in continuazione.
Ciò che è stato non è per sempre, così come ciò che è ora e ciò che sarà domani.
Tutto scorre, tutto muta, tutto si disfa e si crea in ogni istante.
Questo periodo ci sta dando l’opportunità di capire che cosa è importante per noi e che cosa lasciare andare.
Di non dare più per scontate molte cose.
Può sembrare destabilizzante, e in parte lo è, ma è anche una grande opportunità: la capacità di prendere in mano la propria vita, nonostante tutto. Con responsabilità (respons- abilità: capacità di trovare risposte).
E’ il momento per compiere i primi passi per riaprirci anche al mondo esterno, alla vita. Trasformare pensieri e parole in piccole azioni.
Due grandi aiuti possiamo ottenerli dalla mindfulness, cioè dall’attitudine di vivere nel momento presente e da esercizi di respirazione.
La mindfulness ci aiuta a non preoccuparci.
ll respiro, che è fluidità e, allo stesso tempo, è un punto fermo a cui ancorarci nell’impermanenza di questo tempo.
Quando ci sentiamo oppressi, fermiamoci in un angolo tranquillo, con una musica che ci fa stare bene, concentriamoci sul nostro respiro, chiudiamo gli occhi e immaginiamo di trovarci immersi dolcemente in un fiume o in un lago fresco e pulito; proviamo a sentire l’acqua che scorre sulla nostra pelle. Ascoltiamo l’andamento del nostro respiro, anche l’aria fluisce nel nostro corpo, in una brezza gentile.
Tutto scorre.
Creiamo un piccolo spazio interiore in cui stare bene, liberi: un posto speciale che ci accoglie, ci protegge, ci purifica.
E poi, almeno qualche minuto al giorno, coloriamo, balliamo suoniamo, cantiamo, ridiamo.
Non è superficialità, anche nei momenti difficili.
E’ trovare leggerezza anche tra i sassi.
E’ celebrare la vita.
Prendiamoci cura di noi stessi
E recuperiamo i nostri sogni, il nostro futuro, il nostro presente.
Vi aspetto con gioia,
Elena