Il volo dell’Aquila

Ho scritto. l’altro giorno, dell’inizio del viaggio. Che cosa ci spinge? Qual è la molla che ci fa decidere, magari di punto in bianco, a affrontare strade ignote, cambiamenti, angoli oscuri e incognite?

E mi è venuto in mente una cosa che ho scritto qualche anno fa. Il mio viaggio era già cominciato, ma iniziava solo in quel momento a prendere forma… mi sembra giusto riportarlo qui, dove si parla di pietre miliari e di punti di partenza.

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“Vedi, ogni cambiamento comporta abbandonare qualcosa, ma a volte è necessario” – mi hai detto. “Ma tu: cosa faresti, se fossi certa che qualunque sia la scelta non sbaglieresti?”

Io…
Prenderei la sabbia tra le mani,
filtrandola al vento
Accarezzerei terre umide di primavera,
respirandone l’odore vitale.
Camminerei a piedi nudi
Su prati morbidi e pungenti,
Sino a scorgere una strada, lunga e tortuosa.
La seguirei, curiosa,
Percorrerei a ritroso la scala del tempo
Per risalirla ancora a modo mio.
Sosterei a tratti su panorami immensi,
Cercandone il riflesso
nei tuoi occhi
osserverei un’aquila volare
Immaginando di osservare il mondo
Dal suo punto di vista
E cercherei un piccolo punto
Racchiuso tra quell’attimo infinito
Perso tra il sempre e il mai.

Tra il sempre e il mai
perderei la mente in incognite ipotesi
Ritornerei al mare
dove l’onda ancheggia
Assecondando lenta la marea.
Ritornerei per trovarti cambiato
Mentre tutto è rimasto così immobile
Da sembrare coperto
Da patine di polvere antica

E rivedendo paesaggi consueti
capirei, è solo lo sguardo che muta,
non il mondo,
e in questa fissità tutto cambia.

Tra il sempre e il mai.
Raccoglierei occasioni
Scapperei forse, ma,
Non più fuga,
la strada diventerebbe direzione,
Guidando i miei passi,
Cancellando impronte appena impresse.
Diventerei invisibile.
Allungherei la mano e sbriciolerei
Frammenti di asfalto
incoerente e friabile
Respirando aria immobile
Di polvere e sabbia
e quel ricciolo di vento, inatteso, ribelle,
Lo guarderei giocare con l’erba.
Osserverei i disegni del sole sul lago.
Allungherei ancora la mano stringendo
Piccoli nastri di acqua scura.

Tra il sempre e il mai
Sosterei prima di notte,
Alzerei gli occhi contando le stelle
E la luna, strana compagna,
A lei racconterei forse
Bizzarre confidenze che non mi sono mai detta.
Cercando di capire,
Se solo ne avessi voglia,
La solitudine che provo ora.
Tra il sempre e il mai
Amerei
Godendo di ogni ombra e di ogni luce
Andrei avanti senza orgoglio né paura
Perché altro non so più fare
Perché
Tra il sempre e il mai
scorre la vita

E cercherei
noi
in quel minuscolo punto,
dipinto all’orizzonte.

(n.b. pubblicato anche altrove, ma pur sempre mio)